antizanzare

Come combattere le zanzare: atto 1

La stagione ci sta regalando piccoli scorci di primavera e l’inverno ormai sembra solo un ricordo. Ma si sa, insieme alla bella stagione arrivano anche loro, piccole e fastidiose guastafeste delle nostre serate estive: le zanzare sono diventate ormai una vera ossessione che non riusciamo a scrollarci di dosso.

Panoramica sulla lotta larvicida

Incredibile ma vero, la famiglia delle zanzare conta, solo in Italia, circa 67 tipi diversi, anche se le più diffuse e conosciute sono la zanzara comune (Culex pipiens) e la zanzara tigre (Aedes albopictus). Tante specie, una caratteristica comune a tutte le femmine: grazie allo speciale apparato boccale sono in grado di pungere altri animali e di prelevarne i fluidi vitali (sangue) particolarmente ricchi di proteine e fondamentali per il completamento della maturazione delle uova. Habitat ideale di queste seccatrici a sei zampe è rappresentato in generale da acque stagnanti di varia estensione: • piccole pozze d’acqua temporanee • sottovasi e caditoie • acqua piovana raccolta in cisterne • grandi aree umide delle zone interne o costiere, come stagni e paludi. Per questo motivo, la lotta alle zanzare ha inizio alla fine del XIX secolo con i primi importanti interventi di bonifica idraulica al fine di ridurre notevolmente le aree umide dei paesi. A supporto intervenne poi la lotta chimica, soprattutto a partire dagli anni quaranta con l’avvento degli insetticidi clororganici e, in particolare, del DDT. Ricordiamo bene le accese e mai sopite polemiche sul rapporto costi-benefici di questo principio attivo che causò una grave emergenza ecologica dovuta all’accumulo nell’ambiente. Dopo la messa al bando del DDT, la lotta chimica larvicida si è basata soprattutto sull’impiego di insetticidi fosforganici nonostante il loro elevato impatto ambientale. Anche gli insetticidi di terza generazione, in particolare quelli con azione neurotossica hanno un elevato impatto ambientale sugli ecosistemi acquatici dovuto alla scarsa specificità e sono responsabili dell’insorgenza di fenomeni di resistenza, avviando così un circuito vizioso senza vie d’uscita. L’immissione massiccia di molecole chimiche di sintesi oltre a danneggiare l’ambiente contamina anche le varie specie animali e non dimentichiamo che l’uomo è al vertice di molte catene alimentari! Oggi, gli insetticidi di quarta generazione sono rappresentati in maggioranza dai regolatori di sviluppo (IGR) che non interferiscono con la fisiologia dei vertebrati, attribuendogli virtualmente un impatto ambientale ridotto. Da qualche tempo, nella lotta larvicida, si utilizza il Bacillus thuringiensis israelensis. Le formulazioni a base di questo principio attivo che si trovano attualmente in commercio, però, hanno una scarsa persistenza nelle tombinature, rendendo necessario ripetere con assiduità i trattamenti larvicidi, comportando un elevato impegno temporale ed economico per tutti coloro che si impegnano in questa tipologia di trattamento. L’ultima moda in fatto di lotta alle zanzare è rappresentata da pipistrelli e pesci rossi. Ma questa è un’altra storia… Per saperne di più, seguite il prossimo approfondimento dedicato a tecniche e strategie per la lotta alle zanzare!

1 Febbraio 2011Categorie: News