acido-citrico

Vizi e virtù dell’acido citrico

Questo mese dedicheremo particolare attenzione all’acido citrico, una molecola organica ricavata in origine dal succo di limone attraverso un complesso processo di estrazione. Attualmente la produzione industriale avviene per via fermentativa, grazie all’utilizzo del fungo Aspergillus niger, in bioreattori ad ambiente controllato, in modo da interrompere il naturale Ciclo di Krebs proprio all’acido desiderato.

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Le applicazioni di questo prodotto sono molteplici e spaziano dall’industria farmaceutica a quella alimentare, fino all’utilizzo come agente sequestrante nei detersivi. La durezza dell’acqua è un problema annoso e viene definita come contenuto di carbonati di calcio e magnesio, per loro natura insolubili, che precipitano, specie se riscaldati, a formare depositi calcarei difficili da rimuovere. Diventa quindi fondamentale preservare tubature e scambiatori di calore per evitare fastidiosi inconvenienti ed allungare la vita degli elettrodomestici. Non solo: il calcare infatti si accumula sulle fibre degli indumenti che perdono così la loro naturale morbidezza. Inoltre, la durezza dell’acqua riduce notevolmente le prestazioni del detersivo, perciò le dosi di impiego dovranno essere più elevate per ottenere gli stessi risultati, con conseguenti ricadute negative a livello economico ed ambientale.

Diventa quindi fondamentale l’utilizzo di prodotti coadiuvanti al lavaggio con funzione anticalcare. Molti di voi utilizzeranno l’acido citrico come alternativa ecologica e naturale ai corrispondenti prodotti commerciali. Ma non sempre naturale significa innocuo. È abbastanza diffusa la convinzione che un prodotto naturale sia, proprio in quanto tale, privo di rischi. In realtà ogni molecola ha un determinato profilo di rischio: così potrete notare che l’acido citrico viene classificato come irritante per inalazione e contatto. Diffidate quindi di chi consiglia l’utilizzo dell’acido citrico a cuor leggero. Non sarà sicuramente uno degli acidi più forti, ma ricordate che una soluzione al 10% ha pH 2.2 (notevolmente acido) e, anche se diluito nell’acqua di lavaggio, contribuirà nel tempo all’insorgere di fenomeni corrosivi delle parti metalliche della lavatrice. Molte volte viene consigliata l’aggiunta di una soluzione di acido citrico ed aceto come ammorbidente: ricordate sempre che il pH dei detersivi è di tipo alcalino e l’aggiunta di sostanze acide ne annulla l’effetto pulente. Inoltre, per questi rimedi fai-da-te sono spesso consigliate dosi di utilizzo abbastanza elevate, nell’ordine di 100 mL, quindi vi propongo una riflessione: riversare nell’ambiente notevoli quantità di acidi, seppur naturali, sarà un comportamento realmente eco-sostenibile?

1 Novembre 2010Categorie: News